di August Strindberg
Regia e adattamento a cura di Alexander Nordström
In scena: Margherita Romeo - Antonio Parascandolo
Assistente alla regia: Camilla Stellato
Note di Regia:
A differenza degli uomini, per i quali la scalata al potere è stata sempre, in un certo senso, pacifica e vissuta quasi come un coronamento del proprio essere "maschi", ogni volta che una donna si è dovuta cimentare con il potere, si è trovata necessariamente di fronte una spinosa questione: come conciliare l'essere donna con il ricoprire una posizione di comando?
L'interpretazione che Alexander Nordström da di "Cristina" è quella di una donna dura, moderna, che emerge in maniera feroce rispetto all'epoca e al contesto storico. Cristina è, infatti, una donna che fin da piccola, proprio in previsione del suo futuro ruolo, è stata educata come un uomo e che, quindi, ha quasi del tutto cancellato i tratti tipici dell'essere femminile, subordinandoli ai valori maschili tipici di un Re. Tuttavia il suo cuore rimane quello di una donna, innamorata della vita e dei suoi molti amanti.
In scena ci saranno solo un'attrice e un regista che in una frizzante alternanza tra diegesi ed extradiegesi, tenteranno di mettere in scena la "Cristina" di Strindberg.
Tra il regista e l'attrice nascono diverbi, discussioni, piccoli litigi, come spesso accade tra i componenti di una compagnia durante le prove, perché non è sempre facile riuscire a "catturare" sotto un'unica interpretazione un personaggio. In questi litigi, spesso anche comici, si cerca di coinvolgere il pubblico, portandolo, appunto, a riflettere sulla condizione, da sempre difficile e spinosa, della donna, scissa, ancora oggi, tra i valori culturali femminili, da un lato, e l'affermazione di se stessa nella società attraverso il suo lavoro, la sua vita professionale, le sue competenze.