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Quando gli angeli scappano via


La trama

 

E’ una New York lontana da Napoli. E’ una Napoli lontana da New York eppure in queste pagine le due città si incontrano, si raccontano a colpi di foto, di notti sudate, di musica, di sentimenti sempre troppo forti per anime troppo fragili. Noon John Goldin è un fotografo che ha un’inquietudine che lo porta e cercare sempre nuove mete. Mete che lascia ogni volta con qualcosa in più e ogni volta con qualcosa in meno. Ci parla di una New York che l’ ha visto nascere, una città accesa, frenetica, in musica, dinamica, che non ama se non con violenza, con egoismo, con indifferenza; una New York che non lo ha saputo trattenere, non l’ha saputo ammaliare, conquistare, tenere con sé: la New York dei primi anni ‘80 . Ci parla anche di una Napoli che per lui si rivela l’opposto di ciò che aveva idealizzato; una Napoli dei nostri giorni sguaiata, scostumata, razzista, che offre la parte peggiore di sé, perché forse, a pensarci bene, una parte migliore questa città non ce l’ha. Noon John ha un solo modo per capire: la fotografia. Attraverso quest’ultima vede, descrive, ama e odia. Attraverso le finalità dell’obiettivo fotografico mette in atto il suo folle disegno: con un ordigno costruito dal suo amante Tonino, guardia giurata a Napoli, sposato, con moglie, figlio e suocera a carico, decide di far saltare in aria il MADRE ( il Museo d’Arte Contemporanea Donnaregina).


La recensione di Geppi Romeo

 

Un inno alla libertà !

 

E' questa la considerazione che nasce spontanea leggendo questo libro.

 

Da subito, con il titolo"Quando gli angeli scappano via",si viene coinvolti in questa storia di un sessantenne che, attraverso un'analisi puntuale degli ultimi trent’anni della nostra società,si conclude con un gesto estremo: la distruzione del MADRE, concentrato degli insuccessi di quella generazione.

 

Questo senso di impotenza e di rabbia che pervade tutto il testo nei confronti di un establishment che si oppone ai cambiamenti e che anzi li fagocita e, svilendoli del proprio significato, li fa suoi,è il tema centrale del libro.

 

Noon John vive, da protagonista, l'esperienza del tramonto di un 'epoca, il sessantotto e tutto quello che esso aveva determinato,e la nascita di un'altra quella pop che si esprime in modo alternativo alla precedente e che propone in tutte le sue manifestazioni, artistiche, sociali, economiche un solo grande obiettivo: La gioia di vivere.

 

Il libro è il racconto di quest'epoca e si articola in quattro fasi.

 

Nella prima parte il lettore viene catapultato in quel tempio della Pop Art che fu lo Studio 54 e partecipa con il protagonista a questo cambiamento radicale.

 

Nella seconda parte invece, monta la delusione,la consapevolezza che quegli ideali di libertà che si erano perseguiti, ancora una volta sono stati traditi.

 

Nella terza parte,che definirei quella dell'illusione,il protagonista,credendo che quel fallimento che ha vissuto sia da attribuirsi ad uno specifico modello di società, quello americano, fugge da esso e spera di poter ritrovare in una realtà diversa, quella europea, gli ideali che aveva sperato di costruire nella precedente.

 

La quarta fase: L'Ira.

 

La delusione che nasce dalla consapevolezza che anche il Vecchio mondo è esattamente identico, mutatis mutandis, al Nuovo, si trasforma in rabbia furiosa e distruttiva.

 

C'è infine la conclusione, che forse è la parte più romantica del testo, dove il protagonista, Noon, ritorna in patria ma, purificato da quelle scorie e incrostazioni che avevano quasi ricoperto il suo corpo,è pronto a ricominciare e a ritornare a combattere.

 

Un libro bellissimo!

 


La recensione di Pietro Paolo Chirico

 

Due città accomunate dal suo protagonista, ma non solo.

New York- Napoli , poi di nuovo New york.

Uno stile elegante e teoricamente fluido , ma reso invece volutamente nevrotico come le due città che descrive dagli ossessivi riferimenti a nomi, cose persone, gruppi musicali, autori, racconta le passioni un fotografo newyorkese giunto e fuggito a e da napoli , solo per scelta.

Il tempo di tentare di entrare in una città molto meno aperta di quanto non ami raccontarsi , molto meno disponibile a raccontarsi allo straniero, perché esige la conoscenza dei suoi meandri piu intimi e piu risalenti nel tempo.

Il tempo di un fenomenale incontro con una figura, Tonino, che della città lazzara tratteggia ogni aspetto più crudo e sincero.

Il tempo di fare montare la propria ira anche contro la città.

Anche il tempo di una memorabile comparazione tra la gelosia di Richie/New York – Tonino/Napoli che in modo esplosivo riconosce le diversità tra la intellettualità irosa di New York e la sensibile brutalità di Napoli.

Giusto il tempo di decidere di farla esplodere quell’ira , simbolicamente , concretamente rivolta con l’arte della città o meglio ancora contro la metafora , l’illusione , la negazione dell’arte.

Tutto riunito in un simbolo della Napoli che il suo Rinascimento lo sta ancora attendendo: il museo Madre.


L'autore

 

Franco Cuomo è funzionario pubblico, filosofo, pittore, scrittore, blogger, ha insegnato Fondamenti di cultura tecnologica, Estetica dei media, Etica ambientale alla Federico II di Napoli, Sociologia dei processi comunicativi e culturali alla Seconda Università di Napoli.

Ha pubblicato svariati saggi di filosofia ed un romanzo. Integrazione del Moderno ed estetica negativa, Tempi Moderni, NA 1983; Tecnica ed épisteme, Milano 1986; I simulacri della malinconia, napoli 1993, La sparizione dello spazio urbano, Electa Napoli,1994; Estetica della comunicazione e etica dell'artificiale, Napoli,1996: Critica del totalitariamo ed etica della libertà in Karl Popper, 1999; Etica e globalizzazione, Napoli 2002, I media e la costruzione del reale, Dedalo Roma 2005; Quell'estate psichedelica del '66, romanzo, Milano,2007; Dei volti che ha medusa,Napoli,2008. Saggio sulla vita offesa, Boopen editore, 2009. 

Via Chiatamone, 6g

80121 - Napoli

 

e mail - info@studiosedicinoni.it

 

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