Oggi vorrei parlarvi di due film appena usciti nelle sale napoletane, che a prima vista non hanno nulla a che vedere fra di loro.
Ma in realtà sono entrambi lo specchio della nostra società e del particolare momento storico che stiamo vivendo.
Sto parlando di Skyfall e di Vitriol, e già sento le urla di disappunto dei lettori, cosa hanno in comune l’ultimo capitolo della saga di James Bond, l’agente segreto 007, con cui sono cresciute generazioni di ragazzi ed ex ragazzi, ed il quasi artigianale mockumdentary di Francesco Afro De Falco?
Grande produzione la prima, senza risparmi di effetti speciali e riprese spettacolari; girato con grande oculatezza economica il secondo.
Eppure la produzione anglo-americana fa uso di sponsor inserendo ripetutamente dei prodotti nel film, facendo così della pubblicità ai loro marchi per aiutarsi a coprire gli alti costi della pellicola, mentre Salvatore Mignano, piccolo produttore di casa nostra si permette addirittura il lusso di far realizzare una copia del Cristo velato, da usare per le riprese dell’opera.
Daniel Craig interpreta un Bond che perde un po’ lo smalto, coadiuvato però, dalle più avanzate tecniche dei giorni nostri, quasi a voler ribadire, che a patto di avere le phisique du role , chiunque può essere 007, come ognuno di noi oggigiorno, dotato delle più elementari conoscenze del mezzo, con l’ausilio del computer, può svolgere qualunque mansione.
Anche Lola Verdis usa le moderne tecnologie, pur trattandosi di una comunissima web-cam ed un altrettanto comune portatile. Le usa da sola, aiutata dal fratello e da un amico, in totale autarchia. Ed è questo lo stile quasi cubano del film: il fai da te. Le riprese sono volutamente distaccate a sottolineare l’artigianalità del prodotto.
Il primo sopperisce alla pochezza della sua trama, oramai non più frutto della penna di Ian Fleming, con spettacolari riprese di Istanbul, Shangai e Londra.
L’altro, al suo budget non milionario, contrappone degli splendidi monumenti ed opere d’arte sconosciute ai più, sepolte, quindi ancora più intriganti.
Bond si omologa ai supereroi che sbancano i botteghini dei nostri giorni, e la studentessa napoletana prepara una tesi di laurea originale, per lanciarsi in un futuro lavorativo pregno di incertezze e precariato.
Entrambi combattono, per affermare il loro diritto ad esistere, in un’epoca di spread e di crisi globale; sono il barometro della nostra attuale società.
L’adattamento e la resistenza, a costo di qualsiasi impegno e sacrificio.
Queste due righe non vogliono essere una critica cinematografica, ma un bollettino meteorologico.