
Siamo nell’Eden, ma in un Eden di dolcissima pigrizia, dove si è invischiati e inghiottiti in una specie di miele corroborante. Vivere non è agire, lavorare, pensare, muoversi; ma stare seduto accanto a un fiume tranquillo, osservando le acque che scorrono, una goccia dopo l’altra, e diventare quelle acque. Tutto è immobile: il tempo è assolutamente fermo, e ognuno sogna che oggi sia come ieri, e domani come oggi.
Nessuno disturba l’uniformità di questa vita: il padre va su e giù nel salotto, ascoltando il rumore dei propri passi, la madre cuce e ricama, e avverte un lievissimo fruscio, il pendolo rintocca sempre eguale nella stanza da letto.
Da Oblomov di Ivan Goncharov
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